Non ci sarà, alle comunali di giugno, una lista ispirata ai valori e alla visione dell’Associazione 11 agosto.
Siamo nati con un appello a sortirne insieme, e continueremo a lavorare – più di prima, e meglio di prima – per costruire quest’altra politica. Siamo nati con uno sguardo lungo, e la determinazione a un cammino capace di cambiare noi stessi e lo stato delle cose: è quello che faremo, convinti che l’unico modo di credere veramente nel 25 aprile è attuare il progetto della Costituzione.
Abbiamo lavorato perché questo vento nuovo iniziasse a soffiare fin dall’occasione preziosa delle prossime elezioni: ma alla fine e nonostante tutti i nostri sforzi non potrà essere così. Fin dall’inizio abbiamo detto che il nostro obiettivo era duplice: impedire che anche Firenze, come la maggior parte dei capoluoghi toscani, finisse nelle mani di questa destra di matrice fascista; e liberare Firenze da uno stato delle cose che la riduce a merce e la rende ogni giorno più diseguale e ingiusta.
Per riuscirci, abbiamo detto, ci voleva non una lista in più nell’arcipelago frazionato della sinistra, ma una coalizione larga. Una coalizione capace di superare la destra, tagliandola fuori e andando al ballottaggio con il Pd: è successo a Campi, non era impossibile. Avevamo un bellissimo progetto, e nomi autorevoli (e mai usciti sulla stampa) per la candidatura a sindaco, e per una squadra di governo da proporre agli altri soggetti della coalizione.
Per arrivare a farlo c’erano due condizioni: che il Movimento 5 Stelle prendesse atto che anche a Firenze il Pd non presenta alcun elemento di discontinuità rispetto alle politiche adottate dalle giunte Renzi e Nardella e si presenta sempre più come una odiosa macchina di gestione del potere; e che Firenze Città Aperta, Sinistra Progetto Comune, Firenze Democratica e possibilmente altre realtà accettassero di stare insieme, in coalizione.
Con Firenze Città Aperta si è registrata da subito una totale sintonia, ed anche con Firenze Democratica il dialogo è stato aperto e promettente, pur nelle differenze. Ma altre due forze fondamentali hanno sbarrato la strada alla realizzazione della coalizione.
Dopo una estenuante attesa, che ha consumato ormai il tempo di ogni possibile scelta diversa, il M5S sta ancora trattando per fare da stampella a un sistema di potere che più lontano dai suoi valori non potrebbe essere. Lo sta decidendo a Roma, con una scelta tatticista e indifferente a valori e democrazia, rovesciando le aspettative della stragrande maggioranza della sua base fiorentina. Una scelta suicida e incomprensibile: la scelta di chi, danneggiando se stesso, distrugge ogni possibilità di vero cambiamento.
E Sinistra Progetto Comune, dopo aver deciso di lanciare la candidatura di Dmitrij Palagi tre giorni prima della annunciata nascita di 11 agosto, ha sempre dimostrato diffidenza sulla possibile nascita della coalizione; si è rifiutata di firmare con 11 agosto un appello pubblico al Movimento 5 Stelle, ed infine, nel momento decisivo, pur affermando ampia sintonia con il progetto di città proposto da 11 agosto, si è rifiutata di confrontarsi sui programmi punto per punto per decidere se fosse o meno possibile stare in coalizione con Firenze Democratica di Cecilia Del Re, e con gli altri possibili soggetti coinvolti nella coalizione, adducendo che ormai “non vi era più tempo” per cercare una ampia convergenza. Ma il tempo, allora, c’era: ed è forte la delusione per una scelta a priori, miope e frazionista, che finisce col fare solo gli interessi delle tante forze politiche, compreso il Pd fiorentino, che si oppongono al vento del cambiamento e per le quali una opposizione di sinistra frazionata e dunque debole rappresenta la migliore garanzia di conservazione del potere.
Di fronte a questo scenario – che in ogni modo, per mesi, abbiamo inutilmente cercato di scongiurare – restava la scelta di presentare comunque una lista. Ma sarebbe un grave errore. Un conto è costruire una coalizione capace di escludere la destra dal ballottaggio e poi contendere la città al secondo turno, offrendo un’alternativa forte e credibile al sistema del Pd fiorentino; un altro conto è fare una lista che non unisca, ma addirittura spacchi ulteriormente il mondo della sinistra, finendo così nei fatti per avvantaggiare la destra.
Se avessimo deciso di correre da soli, niente ci avrebbe più distinto da chi per anni ha contribuito a frazionare la sinistra, a seminare rancore e divisioni tra coloro che invece dovrebbero imparare a correre uniti per un mondo migliore e più giusto, come è successo a Campi, come sta succedendo a Livorno, Empoli e nel Mugello. Avremmo anche noi partecipato all’odioso spettacolo che tanto ci ha nauseati e che allontana le persone dalla politica. Non siamo nati per questo.
Non sappiamo se Firenze sia per la prima volta davvero contendibile ma sappiamo bene che la candidatura di Eike Schmidt unisce la destra e l’estrema destra, conferendo a quella nera alleanza una patina (finta, ma utile) di credibilità; sappiamo anche che la vittoria di questa destra sarebbe un male ancora più grande del male rappresentato dalla continuità con questo scellerato Pd. Ci chiamiamo 11 agosto perché crediamo fortemente nella pregiudiziale antifascista: e mai vorremmo, neppure indirettamente, riportare forze di matrice fascista alla guida della città. Per questo non saremo presenti sulla scheda ma certamente non saremo fuori da questa campagna elettorale.
Siamo molto tristi per questo esito. Anche perché l’astensione rischia di essere altissima, ed è davvero difficile decidere cosa votare: ognuno dovrà fare i conti con la propria coscienza, e con la propria nausea.
Siamo tristi anche perché ci rendiamo conto di deludere le legittime attese di moltissimi. Questo progetto è nato da una spinta diffusa e dal tentativo di riconoscere e valorizzare il forte bisogno di convergenza e partecipazione “per cambiare rotta” che tante e tanti di voi hanno manifestato. Vi ringraziamo per quello che ci state scrivendo, per la grandissima partecipazione ai tavoli di lavoro, per avere sempre riempito fino al colmo le sale delle iniziative dell’associazione; vogliamo dirvi che questo nostro percorso collettivo è appena iniziato!
E un’altra cosa vogliamo dirvi con forza: gli egoismi che stanno caratterizzando, anche a sinistra, questa tornata elettorale non dovranno più avere spazio in futuro: il passo indietro di oggi vuole essere il presupposto per molti passi in avanti verso un diverso modo di fare politica e buona amministrazione, che sappia unire e non dividere, che sappia costruire e non distruggere. Attraverso il sostegno di quanti fin qui ci hanno appoggiato e vogliono che passi forte e chiaro il desiderio di una politica diversa che metta da parte gli egoismi e le personalizzazioni, valorizzando piuttosto, senza ambiguità e contraddizioni, la voglia di unità e coesione a sostegno del cambiamento.
L’associazione 11 agosto va avanti, come abbiamo detto fin da gennaio, anzi rilancia il proprio impegno con maggiore vigore ed entusiasmo.
Ci vedremo presto tutti insieme, per parlare di tutto questo. E per presentare il nostro progetto di Firenze: sul quale misureremo candidature e percorsi: senza sconti per nessuno. È su questo progetto che faremo opposizione, sfidando giorno dopo giorno chi governerà Firenze
Poi, il 20 maggio ci vedremo al Teatro Florida per ascoltare i Messaggi da Gaza, per una lettura corale che il drammaturgo Hossam al-Madhoun di Theatre for Everybody a Gaza, ormai sfollato a Rafah, invia ai suoi colleghi di tutta Europa.
E il 28 maggio discuteremo del fatale progetto di autonomia differenziata, intorno al libro di Francesco Pallante.
Lavoreremo insieme per ricostruire il tessuto sociale e politico di questa città. Ci siamo trovati a fare i conti con chiusure, aridità, e il dominio universale di un pensiero tattico dal fiato cortissimo e dallo sguardo miope. Tutto questo si può cambiare: ma ci vuole lavoro comune, e tempo. Bisogna costruire un pensiero nuovo, un modo nuovo di fare politica, un nuovo modo di abitare insieme lo spazio pubblico.
Ci aspetta ora il lavoro quotidiano di chi le cose vuole cambiarle davvero: noi ci siamo, e ci saremo. E siamo certi che quanto più forte sarà il sostegno che continueremo a ricevere, tanto più difficile sarà ignorare la nostra determinazione a cambiare lo stato delle cose.